Stati Uniti. L’adolescente Star decide di lasciare la propria famiglia disfunzionale per unirsi a un gruppo che vende abbonamenti alle riviste porta a porta, in giro per il Midwest. La ragazza si trova immediatamente a suo agio nel gruppo, di cui fa parte anche Jake, adottandone lo stile di vita fatto di serate alcoliche, piccoli misfatti e storielle amorose.
Se American Honey ha un messaggio, be’, è sicuramente quello che i sogni sono sempre fuori dalla nostra portata. Le riprese di farfalle, uccelli e insetti che non prendono il volo, non fanno altro che rafforzare la sensazione che qualcosa stia trattenendo questi giovani al suolo.
American Honey è girato con un rapporto 4:3 che riesce a creare un’estetica visivamente affascinante; inoltre è efficace, perché ci tiene in continuo contatto con i personaggi, invece che vagare visivamente per il paesaggio. I toni caldi, l’illuminazione naturale e le inquadrature, sono tutti elementi attentamente studiati dalla Arnold. Il film lavora duramente per catturare nello specifico Star: la telecamera non si allontana quasi mai dal suo fianco, ma riesce a lasciarle comunque la sua intimità, infatti lo spettatore non sa cosa lei stia pensando o quale sia la sua storia.
La Mdp non condivide il suo punto di vista, segue Star, ma priva lo spettatore dei suoi pensieri, della sua conoscenza, del suo passato e della sua mente. Non vengono spesso ripresi panorami, ma, quando ci sono, c’è Star in primo piano che diventa tutt’uno con il paesaggio americano. Molte volte la vediamo in contatto con gli animali, come l’orso o gli insetti, in quanto lei si sente in connessione con la natura e con gli animali più che con gli umani. Piccolo spoiler… Star, sebbene le piaccia sicuramente Jake, è attratta solo da ciò che Jake appare: le aspettative che lui millanta e l’idea di una vita densa di emozioni, si rivelano deludenti… Jake brucia le prospettive di Star in preda allo slancio egoistico e narcisistico che connota il personaggio.
Si può sentire la loro connessione dissolversi e si mostra la realizzazione di Star con le scene dell’orso e dell’ape. Jake alla fine le consegna una piccola tartaruga, quasi come se le stesse finalmente dando il permesso di lasciarlo andare, di dimenticarlo e di concentrarsi sulla sua crescita come singolo individuo. Star cammina verso lo stagno e lascia che la tartaruga entri in acqua, la segue immergendosi anche lei ed emergendo poi ferocemente, come se fosse stata battezzata dalla terra stessa, pronta per una nuova vita. Fine spoiler.
In questa America, la Arnold si muove benissimo, rifiuta ogni abbellimento, e riesce a cogliere appieno i segni dell’imperfezione e del degrado made in USA.
Di: Christian De Rosa