Lo sport è inclusione. Lo sappiamo e soprattutto lo viviamo ogni giorno, personalmente o attraverso i media. Lo sport ci insegna che con sacrificio e passione ogni barriera può essere superata. Ed è quanto accade con le discipline Paralimpiche, cioè quelle discipline sportive che possono svolgere le persone con disabilità. Oggi parlerò di una disciplina Paralimpica poco conosciuta ai più: il Sitting Volley. Partiremo con il dire di cosa si tratta: il Sitting Volley è una disciplina paralimpica inventata nel 1956, in Olanda, praticata da persone affette da delle disabilità motorie. Quali sono le regole di questo curioso sport? In realtà sono molto simili a quelle della normale pallavolo. Lo scopo: inviare la palla nel campo avversario e farla toccare a terra ed evitare che ciò avvenga nel proprio campo. Regole: la squadra ha a disposizione 3 tocchi, toccare il campo avversario con piedi o gambe è consentito per tutta la durata della partita e ai giocatori della prima linea è consentito effettuare un colpo di attacco sul servizio dell’avversario. Ma quali sono le caratteristiche del campo su cui si pratica questo sport?
Il terreno di gioco è lungo 10 m e largo 6 m ed è diviso da una rete alta 1,15 per gli uomini e 1,05 per le donne, lunga tra i 6,5 e 7 m. Le squadre sono composte da un massimo di 12 giocatori.
Quali sono le azioni fondamentali? Come nella pallavolo il palleggio, il baker,il servizio e la battuta.
Molti aspetti di questa disciplina quindi sono identici alla pallavolo classica: si gioca sei contro sei, vi è la regola dei tre tocchi, il sistema di punteggio è lo stesso e i fondamentali sono i medesimi.
Il campo è più piccolo e la rete più bassa, per permettere di attaccare e murare senza alzare i glutei da terra. Per la regolarità delle posizioni in campo, l’arbitro verifica dove si trova il fondoschiena e non le gambe.
La battuta viene eseguita dall’alto, come nella pallavolo, ma in questo sport è consentito murare il servizio.
È presente una regola chiamata “regola della palla contesa”: se la palla viene contesa tra due giocatori avversari per più di 3 secondi, l’azione viene ripetuta.
Il vero punto di forza del Sitting Volley è però il suo messaggio: si tratta di uno sport che può essere praticato da tutti, atleti disabili e non, anche nella stessa squadra.
Rappresenta perciò un grande esempio di quanto lo sport sia un’opportunità per includere e non escludere, ponendo tutti sullo stesso piano.
Cristian Pennacchetti – 4ABS