C’è una forza silenziosa, invisibile ma potente, che ha accompagnato l’umanità lungo il corso della storia. È il silenzio, quella complicità non dichiarata che, come un’ ombra, si insinua nei momenti più bui della nostra esistenza collettiva. Un silenzio che diventa arma e scudo, che nasconde la verità dietro un velo di paura e terrore.
La storia ci insegna che l’uomo, fin dai tempi della preistoria, ha dovuto sviluppare un senso di sopravvivenza spesso basato sull’avidità e sulla sopraffazione. La legge del più forte, quella forza mescolata con una dose di male, ha tracciato solchi profondi nelle epoche passate. Eppure, la nostra indifferenza verso queste dinamiche distruttive non nuoce solo a noi stessi, ma anche alla storia, alla memoria di ciò che è stato e a ciò che potrebbe ancora accadere.
Le menzogne, l’apatia, l’indifferenza, sono veleni che non intaccano solo il presente, ma consumano le fondamenta della dignità e della moralità di interi popoli. Ed è proprio qui che il potere del silenzio si manifesta nella sua forma più temibile: nel non dire, nel non agire, nel voltare lo sguardo. E’ Il silenzio che ha permesso il radicarsi di atrocità disumane, come i campi di concentramento, testimonianza di quanto il male possa prosperare quando la parola cede il passo alla paura.
Ma non tutto è perduto perché , proprio come il silenzio può diventare un’arma di complicità, la parola può trasformarsi in una spada invincibile contro l’ingiustizia. Con la parola possiamo abbattere le barriere costruite da chi vuole limitarci, soffocarci, renderci prigionieri di una realtà imposta.
In occasione della Giornata della Memoria, abbiamo visto a scuola il film “Il labirinto del silenzio”. La riflessione che questo film ci spinge a fare è quella di guardarci dentro e riconoscere quel silenzio che, a volte, diventa comodo rifugio, ma che può rivelarsi un pericoloso alleato del male. Parlare, esprimersi, condividere il proprio pensiero nel rispetto di tutti è un diritto e un dovere. Solo così potremo lasciare la nostra impronta nel cammino della storia.
Immaginate di essere vicini a quell’obiettivo che vi siete prefissati, a quel traguardo che sembrava irraggiungibile. Immaginate di farlo attraverso la parola, attraverso la forza di un pensiero libero, libero da paure e condizionamenti. È questa la nostra arma più potente, l’unica in grado di spezzare la catena del silenzio e di costruire un futuro dove la dignità e la memoria non siano più vittime dell’indifferenza.
Parliamo, ragazze e ragazzi. Marciamo insieme verso quel foglio bianco su cui ciascuno di noi può scrivere la propria storia, firmandola con coraggio, con coscienza, con la consapevolezza che la parola è vita. Perché solo attraverso la parola possiamo davvero sconfiggere quel mostro invisibile che si nutre della nostra paura e della nostra inerzia.
Cristian Ciuffi – 4AET