Letteratura dal sangue blu  Seconda Parte

Dal basso Medioevo fino all’età moderna

Lorenzo il Magnifico

Un altro personaggio dai mille ruoli e qualità, Lorenzo de’ Medici fu signore di Firenze, scrittore ed uno dei più grandi uomini politici di tutto il Rinascimento, riuscì a vincere la guerra dei Pazzi contro una coalizione formata dal regno di Napoli ed il Papato. Una delle sue ultime, ma più importanti opere, sono i Canti Carnascialeschi (carnevaleschi), ovvero dei canti da suonare durante il carnevale. Il componimento artistico più famoso è “Il trionfo di Bacco e Arianna”, componimento che si apre con una delle strofe più famose di tutta la poesia rinascimentale: 

“Chi vuol esser lieto, sia: di doman non v’è certezza”

Il trionfo di Bacco e Arianna è quindi un’esaltazione del carpe diem oraziano, ed è certamente il più famoso di questi canti, con l’attacco del componimento che recita:

”Quant’è bella giovinezza / che si fugge tuttavia!”

Si tratta di un tema caratteristico del XV secolo, ovvero l’esortazione a godere pienamente delle gioie della giovinezza (la bellezza, l’amore, i sensi) nella consapevolezza della loro fugacità. Ciò è sottolineato dall’auspicio dei due versi della quartina iniziale, che si riproducono poi come ritornello a chiudere tutte le strofe successive.

Maria Teresa d’Austria

Maria Teresa d’Austria, imperatrice del Sacro Romano Impero e arciduchessa d’Austria, è stata una sovrana molto influente nel XVIII secolo. Sebbene non fosse tanto nota come scrittrice quanto altre figure politiche dell’epoca, ha comunque lasciato un’importante produzione letteraria, tra cui lettere, ordini, decreti e trattati che riguardano le sue riforme politiche, sociali ed economiche. I suoi scritti riflettono il suo impegno nel modernizzare il suo regno e nel rispondere alle esigenze politiche e sociali del suo tempo. Uno degli scritti più peculiari dell’imperatrice sono sicuramente le istruzioni ai suoi eredi su come governare l’impero. Le istruzioni si compongono di diversi punti, che trattano temi diversi. Il documento riflette il suo desiderio di trasmettere agli eredi non solo la visione della monarchia come strumento di potere, ma anche come responsabilità verso il popolo e verso Dio. Queste istruzioni seguivano i seguenti punti: 

Responsabilità verso i sudditi: Un sovrano deve essere giusto, equo e lavorare per il bene del popolo. 

Educazione: L’importanza di studiare e prepararsi intellettualmente per governare con saggezza. 

Valori cristiani: La fede deve guidare il sovrano nelle sue azioni politiche e morali.

Giustizia e buon governo: Decidere con saggezza, equità e comprensione delle necessità del popolo. 

Collaborazione familiare: Lavorare insieme come famiglia e sostenersi a vicenda. 

Indipendenza nelle decisioni: Essere capaci di prendere decisioni autonome, pur ascoltando i consiglieri. 

Carattere del sovrano: Un buon sovrano deve avere forza, determinazione, compassione e intelligenza. 

In sintesi, le istruzioni enfatizzano l’educazione, la giustizia, la religione, la responsabilità e la collaborazione familiare come basi per una buona leadership.

Federico II di Prussia

Non molti sanno che Federico II di Prussia, oltre ad avere la passione della guerra, aveva anche la passione della scrittura.  È infatti noto tra gli esperti di storia moderna che il più famoso dei re di Prussia, prima dell’impero di Germania, tra una guerra dei Sette anni ed una conquista della Slesia, trovava il tempo di scrivere versi, ed anche qualche scritto un pò più lungo, interamente in francese. Uno degli scritti più famosi di Federico II è l’Anti-Machiavel. L’Anti-Machiavel è un’opera filosofica scritta in lingua francese nella quale, l’ancora principe ereditario, contestava il pensiero machiavellico in politica in difesa del diritto naturale, della pace e di una politica umana retta e giusta. L’opera fu positivamente recensita dal filosofo illuminista francese Voltaire, che la pubblicò in Belgio nel 1740: il sovrano tedesco intratteneva infatti un rapporto di amicizia e corrispondenza con il filosofo francese. Federico II riuscì a scrivere quest’opera anche grazie ad altri scritti di altri autori contro il “Machiavellismo”, come ad esempio Scipione Ammirato e Giovanni Botero.  

Cristiano Biondini – 3AAT

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