Panico, momenti di panico.
Un momento prima stai bene e quello dopo non sai controllare il tuo animo.
L’animo esplode e va in una dimensione ancora ignota all’essere umano.
L’uomo pensa di riuscire a gestire tutto ciò che gli capita: questo momento però, non rientra nei tratti della psiche che conosce e sa gestire.
Momento dopo momento il tuo corpo si surriscalda e la tua anima viene sopraffatta da qualcosa di innaturale, un sogno, un pensiero oppure qualcosa di ignoto.
Il nostro sistema nervoso in quel momento non riesce a catalizzare tutte le informazioni che il nostro corpo gli fornisce e va in black out.
L’apparato visivo inizia a perdere colpi e si intravedono macchie scure che in una frazione di secondo si moltiplicano, triplicano fino ad arrivare ad una situazione in cui il nostro inconscio vede solo nero e il nostro cervello chiude i battenti a questa parte del corpo.
Il respiro inizia a diventare irregolare e il nostro apparato respiratorio non riesce a gestire più le manciate d’aria che respiriamo.
L’aria diventa sempre più rarefatta e il nostro organismo va in carenza di ossigeno.
Gli alveoli dei nostri polmoni si dilatano e hanno un atteggiamento di rifiuto nei confronti della molecola della vita, mandando in tilt il nostro cervello.
La articolazioni si irrigidiscono per carenza di calcio e ossigeno e vanno incontro ad uno stato di paralisi.
In questa fase, il nostro cervello non ha più il controllo della vista e non riesce più a gestire gli impulsi forniti dalle varie parti del corpo.
Il nostro corpo ci abbandona e si protegge mettendo in atto una forma di paralisi temporale.
Il culmine dell’attacco si registra quando il nostro battito cardiaco supera i valori massimi e il nostro cuore vuole fuggire dalla prigione.
Una delle parti anatomiche più importanti del corpo, vuole sparire da questo momento di apice di dolore, cercando di aprire la gabbia toracica per raggiungere la libertà che si trova all’esterno e andare ad abbracciare il calore ardente del sole.
Una volta raggiunto il culmine di questa lotta, la situazione si allenta e la nostra mente inizia a gestire la torre di controllo, il respiro si comincia a regolarizzare e le articolazioni iniziano, in modo graduale, a liberarsi dalla paralisi.
Dopo la guerra, a cui è andato incontro il nostro corpo, avanziamo in una fase di estrema stanchezza e cerchiamo di chiudere gli occhi, ma non lo facciamo per la paura di non svegliarci.
Nella società di oggi, questi fenomeni sono sempre più frequenti soprattutto tra i giovani, che si trovano a fronteggiare un mondo che sembra metterli costantemente alla prova.
Il compito da svolgere è quello di diminuire i livelli di stress e le ansie, andando a cercare le cause di questi fenomeni.
Klevin Kasmi, 5ACEC