Il giorno 6 febbraio, al progetto “Cineforum” dell’ITT ALLIEVI-SANGALLO di Terni, è stato proiettato il film “Mulholland drive” scritto e diretto da David Lynch, in ricordo del famoso regista scomparso il 15 Gennaio 2025.
David Lynch non era solo un regista: era un esploratore dell’inconscio, un pittore del surreale, del sogno tra realtà e illusione. Con film come Eraserhead, Mulholland Drive e Blue Velvet, ha ridefinito il cinema, trasformandolo in un’esperienza intrigante e ipnotica. Lynch ci ha insegnato che dietro la normalità si nasconde sempre qualcosa di oscuro, che il mistero è più potente della spiegazione, che il sogno e la realtà si intrecciano in modi indecifrabili. Il suo linguaggio visivo, i suoi suoni distorti, le sue atmosfere sospese rimarranno per sempre nella storia del cinema.

Il mondo perde un genio, ma le sue opere continueranno a parlarci, a spaventarci e a meravigliarci in ogni momento.
Grazie alla professoressa Giulia Marziale, coordinatrice del progetto Cineforum, e alla sua costante tenacia nel farci apprendere un qualcosa di speciale attraverso il cinema, abbiamo avuto la fortuna di vedere la spettacolare pellicola di Lynch ovvero “Mulholland drive”, che rimane una delle opere più affascinanti e criptiche, un film che ha continuato a stimolare dibattiti e riflessioni su temi di identità, sogno, realtà e illusione.
Mulholland Drive parla della storia di Betty Elms, una giovane aspirante attrice che arriva a Los Angeles e incontra una donna misteriosa affetta da amnesia, che si sta riprendendo da un incidente d’auto, scena con cui si apre il film. Le due donne cercano di scoprire la loro identità, ma, man mano che indagano, la trama si intreccia con elementi di sogno, realtà e illusione. La storia si sviluppa in un gioco di specchi tra la ricerca di affermazione, l’identità perduta e il lato oscuro di Hollywood, sprofondando in un finale enigmatico che confonde le linee tra fantasia e realtà.
Mulholland Drive è un’opera che sfida le convenzioni narrative tipiche, presentando una trama che non si svela facilmente, ma che si rivela gradualmente attraverso una serie di scene enigmatiche e sequenze oniriche. La storia, inizialmente sviluppata come una semplice indagine sul mistero di un’amnesia e di un incidente, si trasforma in un viaggio psicologico dove il confine tra sogno e realtà è incerto. Lynch gioca con la mente dello spettatore, confondendo continuamente il confine tra ciò che è reale e ciò che è frutto di un sogno. I cambiamenti nel tono della narrazione, l’alternarsi di momenti di lucidità e confusione, riflettono la fluidità con cui Lynch esplora il confine tra immaginazione e incubo.
Un altro tema centrale di Mulholland Drive è l’identità. Infatti i protagonisti del film sono intrappolati in un gioco di specchi, nel tentativo di capire chi sono veramente, ma poi alla fine scoprono che le risposte sono incerte e spesso dolorose. La trasformazione della protagonista, da giovane aspirante attrice a una figura del tutto diversa, suggerisce una riflessione sul potere dell’illusione e sulla difficoltà di comprendere il proprio essere in un mondo che manipola continuamente la percezione del reale. Lynch esplora la disillusione legata alla fama e all’industria cinematografica, un tema che percorre tutta la trama del film. Hollywood, in questo caso, non è solo il luogo dei sogni, ma anche una distorsione della realtà, dove la ricerca della fama e della bellezza può annientare l’anima e alterare la percezione di sé. Il personaggio di Diane infatti incarna questo tragico aspetto: il suo passato e il suo presente si intrecciano in un vortice che svela il suo lato oscuro. L’approccio di Lynch alla costruzione del film riflette proprio questa idea: l’oscillazione tra il sogno e la realtà che è anche una riflessione sulla natura del cinema come luogo in cui possiamo vivere infinite vite e mostrare un contesto di illusione allo stesso tempo. Le ripetizioni e le sovrapposizioni di immagini nel film, così come l’uso di luoghi e suoni ricorrenti, evocano l’idea che il cinema sia un sogno collettivo, in grado di ingannare la nostra percezione.
Il finale di Mulholland Drive è uno dei più enigmatici nella storia del cinema. L’interpretazione di ciò che accade alla fine del film è ancora oggi oggetto di discussione. La vicenda sembra riprendere da un punto che ribalta l’intera struttura narrativa, spingendo lo spettatore a riflettere su come la narrazione possa essere manipolata per creare nuovi significati. Questo approccio, tipico di Lynch, ci invita a considerare la fluidità della realtà e la potenza del sogno, suggerendo che nessuna verità è mai definitiva e che la comprensione di noi stessi e del mondo è sempre parziale e varia da ogni individuo.
In onore di David Lynch, il film non è solo una proiezione da vedere, ma un’esperienza da vivere, un viaggio nella mente stessa del regista, dove la realtà e il sogno si fondono in un’unica, inafferrabile verità.
Aurora Bartolini, Sara Casadidio – 4BCM